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Friday 18 July 2008

Bhighellonando su e giù per i viottoli della Toscana.

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Lo scorso anno mi è capitato di non prenotare le vacanze estive per tempo;alla vigilia del mese di agosto, mi sentivo perso ed un po’ sconcertato, isole tutte piene, litorale e montagna stessa cosa, e poi? …….prezzi da nausea. La cosa sembrava cadere a fagiolo : ho detto alla mia dolce metà scherzoso “ montiamo in sella alla “Peppina ”, e via verso la Toscana, qualche giorno dai parenti e poi puntiamo all’interno verso Siena, se e dove troviamo ci fermiamo !”
Provvidenziale , così è stato ! Siamo partiti da Lucca, dopo un paio d’ore, superata di poco Siena, ci siamo trovati nei paraggi di San Quirico, un bel paesino nel bel mezzo della Val D’Orcia. Intorno a noi, oltre Siena, ci sono paesi e borghi densi di storia: Pienza, Montepulciano, Castiglione, l’Amiata e poi l’Umbria con Todi, Assisi, Perugia e il Trasimeno. Qui in Val D’orcia abbiamo trovato una combinazione confortevole in uno stupendo agriturismo con piscina, sperso tra i filari di viti e campi di terra bruciata, rotti qua e là da rari cipressi: da questo momento sono iniziate le scorribande enogastronomiche nei dintorni, il giorno a Montepulciano, la sera a Montalcino , e poiché sussisteva la diatriba se fosse più buono il Nobile di Montepulciano piuttosto che il rosso di Montalcino , ci siamo trovati nostro malgrado a dover ripetere questo esercizio più volte (roba da Guelfi e Ghibellini un trauma che noi toscani ci portiamo dentro nel sangue, che sia stata questione di vino anche a quei tempi ?).
Ci muovevamo su spazi collinari sconfinati, dove la campagna prevale sull’abitato, strade poco trafficate, un piacevole saliscendi, il silenzio rotto solo dalle cicale nei pomeriggi assolati e dai grilli la notte, un puzzle di colori, profumi e suoni di altri tempi , riposti lontani nella memoria : i nostri figli , nati in città ,non sanno riconoscere tutto questo, quando ne parliamo ci guardano sconcertati , forse sembriamo loro dei matusa nostalgici un po’ rincoglioniti.
Il cibo era ottimo ovunque ed il vino ne impreziosiva la qualità : i “Picci” all’aglio , i fagioli all’uccelletta, lo spezzatino di cinghiale e la trippa(tripes ?), tutto rigorosamente cucinato secondo antiche ricette, mi hanno riportato indietro nel tempo a quando la vecchia Gigia, la nonna, il giovedì, di ritorno da scuola mi invitava nel suo casolare a mangiare il coniglio in umido con la polenta cotti sul fuoco a legna, di cui ero ghiotto.
Dopo giorni di andirivieni, su e giù per l’Amiata, dove ricordo di aver gustato una meravigliosa zuppa di funghi, sono arrivate le nuvole ed i temporali , a questo punto abbiamo capito che il sogno era finito ed era tempo di ritornare alla magione.
Fortuna che non abbiamo mai incontrato pattuglie di polizia, credo che il nostro tasso alcolemico , dalle dodici del pomeriggio in avanti fosse costantemente fuori dai limiti : oggi non sarei qui a decantare tanti sì bei momenti con la “Peppina”.
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